ma una volta a settimana mi cambio di costume e divento la Tessera64 del
il laboratorio di scrittura creativa e sceneggiatura tenuta da Diego Cajelli.
Molto interessante, divertente, e le lezioni sono aperte a tutti, per cui dateci un'occhiata.
Se non ci credete guardate questa:
Il tipo nella foto, che i più attenti avranno capito non essere io, ho dovuto usarlo come protagonista del racconto che chiudeva la prima fase, di analisi della scrittura creativa.
E il raccontino, che ho consegnato, ma il Coach Diego non ha ancora corretto, lo metto qui, per il vostro ludibrio.
Commenti, stroncature, complimenti sono bene accetti: andateci duri.
Ocio, che come soggetto per storia a fumetti lo devo giò usare io.
E come per tutte le opere letterarie che si rispettino, prima i ringraziamenti:
Ringrazio Lucia per i consigli preziosi.
Solo perchè vi piace la mia roba, non vuole dire che io vi debba qualcosa
“Eccoti la pinta”.
La cameriera ha riconosciuto la mia faccia, e sta già dicendo alla sua collega che ha appena servito Bob Dylan, proprio lui.
Riuscirò a bere la birra senza che nessuno mi disturbi?
Un sorso, due sorsi, assaporo malto e tranquillità.
No, a quel tavolo mi hanno riconosciuto, anche se sono seduto al bancone.
Li vedo nello specchio, parlottano, non sanno se venire a disturbarmi.
Ecco, il figo del gruppo ha preso coraggio e si avvicina.
Che approccio userà ? m’interessa per la statistica.
Mi tocca sulla spalla, approccio “Invadente”.
“Ehi, ma tu sei…?”.
E’ ambizioso, ma non abbastanza sicuro da dire il nome.
Comunque annuisco e sorrido; il mio saluto con la mano dovrebbe fargli capire che si chiude qui, ma lui è un professionista e insiste.
“Mi faresti un autografo?” non c’è problema, prendo penna e fazzoletto di carta.
“Mi scrivi A Kevin con simpatia ?”. La simpatia non è nelle prime trenta cose che provo per Kevin, ma comincio a divertirmi e lo accontento; non legge neanche la dedica, perfetto.
“Senti, vorrei chiederti se canti una canzone e la dedichi alla mia ragazza che è seduta lì”.
Ha l’atteggiamento di chi poi si sente come se a cantare fosse stato lui. Vediamo se raggiunge il top e mi chiede anche un pezzo particolare.
Fa di più: incredibile. Con balzo felino acchiappa la chitarra appesa al muro e me la piazza in mano.
“Blowin’ in the wind, anzi, no, Knockin’ on Heaven’s Door”.
Ha vinto il campionato del mondo dei rompipalle, e si merita il premio.
Sorrido, imbraccio la chitarra, e comincio i primi accordi: sol maggiore, re maggiore, inizio a cantare, ora si ride.
“Mama, take this badge off of me
I can’t use it anymore….”
I can’t use it anymore….”
La mia voce squillante e stonatissima lo colpisce come uno schiaffo.
“Ehi, Dylan, ma che voce hai ? non stai bene?”
“Dylan? Perché dovrei chiamarmi Dylan ?”
“Cazzo amico, ma non sei Bob Dylan ?”
“Mai detto di esserlo !”
Legge il fazzoletto: “A Kevin con simpatia, Robert Allen”.
“Ma sei uguale !”
Sta per incazzarsi seriamente, la sua figura di maschio dominante è in serio pericolo.
Per fortuna la sua compagnia interviene: “Ehi Kevin, sei il solito stronzo, lascia stare quel tipo.”
Si ritira guardandomi male, umiliato.
E’ andato tutto benissimo, riderò per mesi pensando alla sua espressione.
Già avere la faccia di Bob Dylan mi toglie la vita, se non ci posso ridere un po’…